Acufene

L’acufene è la percezione di un suono in assenza di un corrispondente stimolo acustico nell’ambiente esterno. Si può manifestare come un sibilo, un ronzio, un fischio o un suono vivace come di campanello, nelle orecchie di chi ne soffre, che nessun altro può sentire.

Su alcune persone ha un impatto molto forte sulla vita quotidiana, provocando stress, ansia, rabbia e disturbi del sonno. Diverse sono le cause alle quali può essere associato: dal calo uditivo all’esposizione al rumore, all’utilizzo prolungato di alcuni farmaci ototossici, a un dolore cervicale dovuto a posture scorrette, allo stress. Può variare di intensità nell’arco del tempo e rispetto a questo viene classificato in:

lieve, quando è percepito raramente e non causa problemi;

moderato, quando può interferire con il sonno e/o con il lavoro intellettuale e viene descritto come fastidioso;

intenso, quando compromette gravemente la qualità della vita incidendo su sonno, lavoro intellettuale, relazioni sociali, e può causare disturbi psichici gravi tanto da essere descritto come intollerabile.

Gli acufeni cronici sono spesso legati a ipoacusie e sono persistenti nel tempo. Le diverse strategie terapeutiche che si possono seguire si avvalgono di un supporto psicologico (counseling e terapia comportamentale) per aiutare il paziente a ridurre l’impatto dell’acufene nella propria quotidianità, ad ignorarlo, fino a smettere di percepirlo.

Si adotta anche la terapia del suono: poiché gli acufeni sono percepiti più facilmente in ambienti silenziosi, può rivelarsi utile circondarsi di un rumore familiare o rilassante (TV, musica, suoni naturali, …) per mascherare l’acufene in fase di addormentamento o quando disturba maggiormente.

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